Caricamento

Autore: Raffaele Maria Maffei

  • Fibromialgia e Q-EEG: stato dell’arte e nuove prospettive

    Fibromialgia e Q-EEG: stato dell’arte e nuove prospettive

    Cosa si sa sulla Fibromialgia? Poco

    La fibromialgia, come oramai è noto un po’ a tutti, è una sindrome complessa caratterizzata prevalentemente da dolore cronico diffuso, stanchezza, disturbi cognitivi (“fibro-fog”), insonnia e altre disfunzioni somatiche e autonomiche.

    Altre alterazioni neurofunzionali spesso presenti nella Fibromialgia consistono in anomalie della soglia del dolore (iperalgesia, allodinia) e disfunzioni nel sistema nervoso centrale nella modulazione del dolore note, queste ultime, come central sensitization.

    Cosa non si sa invece sulla Fibromialgia? Molto

    Tra le varie cose che non si sanno sulla fibromialgia o, meglio, che sono troppo spesso scotomizzate, ci sono quelle che riguardano la compromissione delle funzioni e delle strutture cerebrali.

    Per anni la Fibromialgia è stata ritenuta una malattia di natura reumatologica per cui poco si è fatto per investigare la sua vera natura intrinseca di carattere neurologico.

    Il Cervello è l’organo che per antonomasia produce elettricità e tutto quello che fa, sia produrre pensieri astratti che spingere il corpo ad agire fisicamente o interagire con il mondo esterno, lo fa esclusivamente producendo elettricità per cui tutto ciò che non funziona nel nostro organismo o origina nel cervello o nel cervello trova la sua estrinsecazione e a questa regola assoluta certamente non sfugge la Fibromialgia.

    E, dunque, l’esame principe per studiare il cervello è l’Elettroencefalografia che viene effettuato e interpretato in vari modi, alcuni di essi estremamente sofisticati e complessi tra cui, in particolare il Q-EEG, conosciuto anche con i termini di EEG Computerizzato, Quantitativo o Brain Mapping.

    Il ruolo del Q-EEG è fondamentale nello studio sia del cervello (hardware) che della mente (software) in quanto la sua specifica funzione è di analizzare la potenza spettrale delle bande di frequenza (delta, theta, alfa, beta, gamma).

    Con questa tecnologia all’avanguardia è possibile analizzare gli stati di attivazione corticale (iperattivazione, ipoattivazione), le anomalie nei ritmi oscillatori associati a vari tipi di percezione come a esempio quella dolorifica, attenzione, regolazione emotiva e altro ancora.

    Tavola Sinottica

    Delle Aree Cerebrali E Delle Bande Di Frequenza Alterate Nella Fibromialgia

    Area CerebraleBanda EEG AlterataRuoloFibromialgiaInsonniaConseguenzeCliniche
    Prefrontale Mediale(BA 9, BA 10)Theta ↑, Alfa ↓Cognizione, regolazione doloreDeficit esecutivi, fibro-fogRiduzione vigilanza, theta in vegliaDeficit controllocognitivo, ruminazionementale, scarsainibizione emotiva
    Cingolata Anteriore(ACC) (BA 24, 32)Gamma ↑, Coerenza ↓Dolore emotivoIpersensibilitàaffettiva al doloreEccessiva salienzadolore nel sonnoAumento dolore percepito, disfunzioneregolazione emotivanotturna
    Insula (BA 13)Beta/Gamma ↑Integrazionesomatica ed emozionaleAumentataconsapevolezzadolore, ansiasomaticaHyperarousal, beta/gamma notturna ↑Ipervigilanza somatica notturna, amplificazionepercezione corporea
    Somatosensoriale Primaria (S1) (BA 3, 1, 2)Beta Alta ↑PercezionesensorialeIpersensibilitàcutanea, dolore cronicoAumento attivitàsomatosensorialeAmplificazionestimoli somatici, micro-risvegli
    Precuneo (BA 7)Alfa ↓ConsapevolezzacorporeaDisturbipercezionecorporea, alterataconsapevolezza di séRiduzione alfa fisiologicaDifficoltàrilassamentomentale/corporeo, senso di estraneità
    TalamoGamma ↑IntegrazionesensorialeAmplificazionenocicezioneDisfunzione gating sensorialeTrasmissioneaumentata dolore anche in sonnoleggero (N1-N2)

    In Sintesi

    Esistono aree cerebrali chiave (quali la Prefrontale Mediale, ACC, Insula, S1, Precuneo, Talamo) che mostrano anomalie dell’elettrogenesi cerebrali che potremmo definire tipiche della fibromialgia.

    In cassi del genere, dunque, è possibile utilizzare:

    • il Q-EEG come strumento d’indagine in grado di localizzare e quantificare queste anomalie 
    • la tES come strumento terapeutico che può essere progettata su misura, targettizzando queste aree a scopo terapeutico e, in associazione con il Neurofeedback e il Biofeedback, anche a scopo riabilitativo mentale migliorando l’efficacia terapeutica globale