Cosa è
Il craving è un termine anglosassone che indica un desiderio intenso, urgente e spesso incontrollabile verso qualcosa. In ambito clinico e psicologico, si riferisce specificamente alla necessità impellente di assumere una sostanza (come droghe, alcol, nicotina) oppure di mettere in atto un comportamento compulsivo (come il gioco d’azzardo o l’alimentazione incontrollata).
Caratteristiche del craving:
- È irrazionale e disfunzionale: il soggetto può essere consapevole dei danni associati, ma non riesce a resistere.
- Spesso compare durante le crisi d’astinenza.
- Può essere scatenato da stimoli esterni o interni (luoghi, emozioni, situazioni).
- Coinvolge meccanismi cerebrali legati alla ricompensa, alla memoria e all’abitudine.
Esempi di craving:
- Il forte bisogno di fumare una sigaretta dopo ore di astinenza (tabagismo).
- Il desiderio irrefrenabile di giocare d’azzardo nonostante le perdite (ludopatia).
- L’impulso a mangiare cibi ipercalorici anche senza fame (craving alimentare).
Cosa facciamo
Poiché i metodi tradizionali (come la sola psicoterapia o i farmaci) non sempre risultano efficaci, si ricorre a tecniche moderne come:
- Neurofeedback e Biofeedback: Tecniche di autoregolazione che aiutano il paziente a “rieducare” il cervello attraverso la consapevolezza delle proprie risposte fisiologiche.
- Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS): Una tecnica non invasiva che stimola aree specifiche del cervello con impulsi magnetici.
- Stimolazione Elettrica Transcranica (tES): Utilizza correnti elettriche di bassa intensità per modulare l’attività cerebrale.